Costrutti psicopatologici presenti nell’anoressia nervosa
Quando l’anoressia nervosa è all’esordio e la persona raggiunge gli obbiettivi che si è prefissata le sensazioni di forza, efficacia ed euforia sperimentate sono intense, questo rappresenta però il preludio del peggioramento. Quello che falsamente si sperimenta è un aumento della sensazione di controllo, facilmente applicabile al quantitativo di cibo che si decide di introdurre, ma anche al peso e alla forma corporea in quanto facilmente soddisfabile grazie ai continui comportamenti di check del corpo e del peso. Ciò che emerge a un’indagine più profonda è che il desiderio di controllo, in chi soffre di anoressia nervosa è spesso esteso a diversi aspetti della propria vita e applicato con maggior predilezione al peso, in quanto obbiettivo più facilmente misurabile e quindi maggiore può essere il senso di autoefficacia provato. Può capitare talvolta che i continui controlli in realtà suscitino nella persona che soffre di anoressia nervosa emozioni spiacevoli, pertanto tenderà a evitare qualsiasi tipo di controllo del peso e del corpo evitando non solo la bilancia, ma anche la propria immagine riflessa nello specchio. Il porsi degli obbiettivi e perseguire degli standard elevati, tipico delle personalità di tipo perfezionistico, sembra essere un processo cognitivo centrale nell’anoressia nervosa; si riscontra spesso una paura irrealistica dei propri errori, da cui consegue il bisogno di stabilire delle regole il più rigide e vincolanti possibili allo scopo di limitare l’errore e vivere in un illusorio senso di organizzazione e ordine. Il controllo si rivela pertanto come una strategia, un piano per gestire un dolore più profondo legato a una bassa autostima nucleare, che si può illusoriamente elevare soltanto attraverso il perseguimento di obbiettivi rigidi, e che a sua volta è connessa a una difficoltà legata alla sopportazione delle emozioni negative, ma anche alle difficoltà a livello relazionale.
L’ossessione per il cibo, il pensiero fisso e costante del cibo nella propria mente, può avere un’influenza sul tono emotivo specie in chi ha una particolare sensibilità verso le emozioni negative. Tristezza e senso di colpa sono emozioni che spesso vengono sperimentate e da cui si vorrebbe rifuggire ma che, nonostante tutto, con l’aumentare del sottopeso si fanno sempre più presenti. Il ritiro sociale si fa sempre più marcato proprio a causa delle difficoltà legate alla sfera alimentare tale per cui i momenti di condivisione, in cui si deve mangiare con altre persone, divengono scena principe da evitarsi mentre sempre più aumenta l’interesse e la dedizione per lo studio e per l’attività fisica. Succede così che il controllo diventa l’unico amico e al contempo il peggior nemico di chi soffre di anoressia nervosa.
Le caratteristiche emotive e organiche dell’anoressia nervosa non possono non far riflettere anche sugli aspetti legati alla vita della persona stessa che rischia non solo il decesso per deperimento, ma anche e spesso vede il suicidio come unica via di fuga. Per tali caratteristiche di gravità riportate anche dalle più recenti guide NICE, la prevenzione e anche un tempestivo intervento psicoterapico sono fondamentali per il miglioramento della qualità della vita.
Trattamento
Come riportato dalle guide NICE relative alla diagnosi e al trattamento dei disturbi alimentari, data la complessità degli stessi si evidenzia l’importanza di un approccio multidisciplinare che comprenda non soltanto un percorso psicoterapeutico individuale, ma anche un coinvolgimento delle famiglie con colloquio di supporto alla coppia genitoriale, in alcuni casi l’utilizzo di un’adeguata farmacoterapia e il coinvolgimento di figure medico-nutrizionali. Nei casi in cui lo stato di denutrizione sia grave è necessario intervenire attraverso il ricovero ospedaliero.
La psicoterapia cognitivo comportamentale non solo prende in considerazione la tendenza al controllo alimentare e l’ossessione di ingrassare, ma anche i processi precedentemente descritti quali bassa autostima nucleare, perfezionismo clinico, difficoltà nel tollerare le emozioni e le difficoltà interpersonali.
Attraverso un inquadramento diagnostico iniziale che serve a raccogliere oltre alle informazioni di vita e sintomatologiche anche l’eventuale presenza di un disturbo di personalità si procede poi con la terapia individuale. Dapprima viene condiviso con il paziente il funzionamento del disturbo e i fattori di mantenimento con l’obbiettivo di normalizzare il peso e diminuire i comportamenti di controllo. Col progredire degli incontri si affrontano i processi centrali del disturbo tra cui preoccupazione per forma e peso corporei, restrizione dietetica cognitiva e calorica, e anche il vissuto emotivo analizzando le emozioni che incidono e influiscono sui comportamenti maladattivi, per poi arrivare ad affrontare perfezionismo, difficoltà relazionali e per ultimo, ma non per importanza, bassa autostima nucleare. L’obbiettivo di tale percorso è quello di apprendere che controllo, perfezionismo e più in generale il disturbo alimentare rappresentano un modo negativo e a lungo andare disfunzionale per affrontare i vissuti emotivi di sofferenza.
Nella fase finale del percorso vengono rafforzate le strategie utili per affrontare eventuali ricadute e vengono fissati incontri periodici di presa visione dei progressi.
Per quanto riguarda la presa in carico e il trattamento psicologico del disturbo alimentare in generale e quindi anche dell’anoressia nervosa ci si può avvalere, oltre che della terapia cognitivo comportamentale individuale, anche di colloqui per i familiari, in cui vengono analizzati con uno specialista le caratteristiche del disturbo, le difficoltà riscontrate dai familiari nell’approcciarsi a tale sofferenza e come superarle, e di colloqui di gruppo specifici per il disturbo. Il tutto nell’ottica di un approccio multidisciplinare che coinvolga il terapeuta individuale, il terapeuta che si occupa dei colloqui genitoriali, i genitori che sono alleati fondamentali per il superamento del disturbo, il gruppo terapeutico e le figure medico-nutrizionali e psichiatriche.
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