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Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT)

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un trattamento di provata efficacia soprattutto per disturbi d'ansia e panico, depressione e cura dei traumi 

Terapia cognitivo-comportamentale - cbt - psicoterapia cognitivo-comportamentale - Studi Cognitivi

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La terapia cognitivo-comportamentale è un trattamento psicologico di provata efficacia soprattutto per alcuni disturbi emotivi: ansia (e i suoi vari sottotipi: disturbi di panico, fobia sociale, ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo post-traumatico da stress) e depressione. Quando si dice che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace si intende che essa è stata testata in studi scientifici controllati dotati della stessa rigorosità di quelli effettuati per le terapie farmacologiche.

 

Come funziona la terapia cognitivo-comportamentale

Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale CBT - Studi CognitiviMa come funziona questo trattamento? La terapia cognitivo-comportamentale agisce sui pensieri più immediati e automatici che precedono di un attimo e accompagnano le nostre sofferenze emotive. Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale, il malessere psicologico dipende spesso da ciò che pensiamo. Si tratta di idee che balenano per un attimo nella nostra mente chiamate “pensieri automatici” e che poi ci rimangono dentro. Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale questi pensieri li diamo per scontati, non li mettiamo in discussione, diamo per garantito che siano veri. Insomma, ci crediamo. E così, se siamo ansiosi e impauriti, pensiamo e quindi crediamo che ci sta per accadere qualche sciagura, o che siamo persone fragili. Se siamo tristi e depressi, pensiamo e quindi automaticamente crediamo che la nostra vita sia andata in malora, che non ci sia più niente da fare per trovare un lavoro o degli amici o salvare il nostro matrimonio. E così via.

 

La terapia cognitivo-comportamentale sostiene che non siamo condannati a credere ai nostri pensieri. A questi pensieri automatici, anche se non inconsci, siamo così abituati che ne siamo diventati inconsapevoli. E in questo modo abbiamo dimenticato che sono solo pensieri. Li consideriamo fatti, oggetti, cose che non possono essere modificate e che sono di per sé vere, solo perché da sole ci vengono in mente e perché così siamo abituati. E infatti sono abitudini, abitudini mentali che sono diventate il nostro carattere. Ma non è così. Possiamo ripensare a fondo questi pensieri e cambiarli. E dopo averli cambiati cambieranno le nostre emozioni, anche quelle più dolorose: l’ansia e la depressione. Così funziona la terapia cognitivo-comportamentale.

 

La proposta terapeutica del nostro centro è preceduta da un rigoroso accertamento effettuato attraverso strumenti diagnostici (interviste strutturate e questionari) che permette di inquadrare il problema emotivo in una diagnosi e di impostare il trattamento secondo un’ottica personalizzata. La terapia cognitivo-comportamentale è stata descritta per la prima volta Albert Ellis (1962) e Aaron T. Beck (1964). Essa si articola in protocolli di terapia: procedure dettagliate e formalizzate di psicoterapia per disturbi specifici, da applicare come se si trattasse di farmaci. E come per i farmaci è stata verificata la loro efficacia per vari disturbi psicologici: la depressione e l’ansia (Beck, Rush, Shaw, Emery, 1979; Beck, Emery, Greenberg, 1985), il disturbo di panico (Clark, 1986), la fobia sociale (Clark, Wells, 1995), il disturbo post-traumatico da stress (Elhers, Clark, 2000) e il disturbo ossessivo-compulsivo (Salkovskis, 1985).

 

Bibliografia:

  • Beck, A.T (1964), “Thinking and depression: 2. Theory and therapy”. In Archives of General Psychiatry, 10, pp. 561-571.
  • Beck, A.T., Emery, G., Greenberg, R. (1985), L’ansia e le fobie. Una prospettiva cognitiva. Tr. it. Astrolabio, Roma, 1988.
  • Beck, A.T., Rush, A.J., Shaw, B.F., Emery, G. (1979), Terapia cognitiva della depressione. Tr. it. Bollati Boringhieri, Torino, 1987.
  • Clark, D. M. (1986), “A cognitive approach to panic disorder”. In Behaviour Research and Therapy, 24, pp. 461–70.
  • Clark, D. M., Wells, A. (1995), “A cognitive model of social phobia”. In Heimberg, R.G., Liebowitz, M., Hope, D., Scheier, F. (a cura di), Social Phobia: Diagnosis, Assessment, and treatment. Guilford, New York, pp. 69–93.
  • Ehlers, A., Clark, D. M. (2000). “A cognitive model of posttraumatic stress disorder”. In Behaviour Research and Therapy, 38, pp. 319-345.
  • Ellis, A. (1962), Ragione ed emozione in psicoterapia. Tr. it. Astrolabio, Roma 1989.
  • Salkovskis, P. M. (1985), “Obsessional-compulsive problems: a cognitive behavioural analysis”. In Behaviour Research and Therapy, 23, pp. 571-583.

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